Oggi le cellule staminali sono al centro di molti studi applicati alla medicina, dall’ortopedia alla cardiologia, dalla neurologia all’oculistica.

Le cellule mesenchimali, in particolare, sono delle unità biologiche di base in grado di cambiare forma e di innescare processi rigenerativi e curativi in molte situazioni.


LE CARATTERISTICHE DELLE CELLULE MESENCHIMALI

Questo tipo di cellule sono delle cellule staminali adulte potenti in grado di replicarsi e trasformarsi in altri tipi di cellula.

Sono in grado di regolare le alterazioni delle risposte del sistema immunitario, hanno capacità anti-infiammatorie e, una volta innestate nell’organismo, favoriscono i processi di guarigione in loco migrando verso il tessuto danneggiato.

Le loro potenzialità hanno acceso grandi speranze nei ricercatori che, negli ultimi anni, non hanno mai smesso di studiarle e testarle per creare terapie poco invasive per moltissime patologie in molte branche specialistiche.


DOVE SI TROVANO?

Le cellule mesenchimali sono state isolate dalle cellule del midollo osseo a partire dagli anni ‘70.

Il midollo osseo, però, è difficilmente accessibile e per il prelievo di queste cellule è necessaria una procedura molto invasiva.

La ricerca ha inoltre dimostrato che le cellule mesenchimali presenti nel midollo osseo sono a bassissima frequenza e che il loro numero diminuisce con l’aumentare dell’età.

Tutto ciò ha spinto i ricercatori a trovare nuove fonti da cui isolare queste preziose cellule come il cordone ombelicale, il sangue periferico, la membrana e il fluido amniotico, la placenta e il grasso corporeo.


LE CELLULE MESENCHIMALI DEL TESSUTO ADIPOSO

Le cellule mesenchimali di origine adiposa rappresentano oggi un elemento centrale della medicina rigenerativa per le loro formidabili caratteristiche.

I ricercatori hanno evidenziato come questo tipo di cellula sia più facilmente reperibile rispetto a tutte le altre fonti: il grasso ricopre tutto il corpo ed è facilmente accessibile per mezzo di una piccola liposuzione dal tessuto sottocutaneo.

Rispetto alle cellule del midollo osseo, le cellule mesenchimali del tessuto adiposo hanno una frequenza e una capacità proliferativa maggiori e non hanno riscontrato differenze significative riguardo alla crescita e alla capacità di differenziarsi in altri tessuti.


L’UTILIZZO DELLE CELLULE MESENCHIMALI

Le cellule mesenchimali sono impiegate in molti campi della medicina.

Per le patologie cardiache il loro utilizzo si è verificato utile per minimizzare i danni dei tessuti dopo un infarto post-miocardico inoltre sono impiegate per curare patologie e malfunzionamenti dei vasi sanguigni.

Nella chirurgia plastica e ricostruttiva sono particolarmente efficaci per la riparazione di ulcere, ferite e in particolare nelle bruciature, dove l’effetto antinfiammatorio e immunologico ha ridotto sensibilmente il proliferare delle infezioni batteriche e ha accelerato i tempi di guarigione.

In ambito neurologico vengono utilizzate per promuovere la rigenerazione dei componenti neurali danneggiati e secondo alcuni studi gli innesti autologhi di cellule mesenchimali sono in grado di diminuire gli effetti di patologie come il Parkinson e i danni causati da ictus ischemico.5

In ortopedia sono considerate uno strumento importante per la rigenerazione dei tessuti connettivi, ossei e cartilaginei.

Gli studi sull’efficacia di questa terapia sulla riparazione dei tessuti ossei si sta evolvendo parallelamente alla ricerca di nuovi impianti in grado di aumentare la velocità di proliferazione e differenziazione delle cellule per accelerare il processo di guarigione.

I maggiori successi nella ricerca riguardano la cura della cartilagine articolare.

Recenti e numerosi studi hanno dimostrato che l’innesto autologo di cellule mesenchimali adipose all’interno della cavità articolare innesca un processo di rigenerazione del tessuto cartilagineo in grado di alleviare i sintomi delle principali patologie reumatiche, come l’artrite e l’artrosi.

L’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali sta raccogliendo dati positivi anche in odontoiatria, in particolare per la rigenerazione mandibolare, e in campo oculistico vengono utilizzate per rigenerare i tessuti del cristallino, organo trasparente interno al bulbo oculare.8

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